Il Ministro Foti: "Semplificazioni sui prossimi obiettivi. La spesa PNRR supererà presto quota 100 miliardi"
Intervista di Andrea Pira, Il MessaggeroEntro fine anno la spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe superare la soglia dei 100 miliardi. Queste sono le proiezioni. E sempre entro i prossimi 26 giorni l'Italia chiederà alla Commissione europea il pagamento della nona e penultima rata dei 194,4 miliardi assegnati all'Italia nel 2021 nell'ambito del Next Generation EU, il maxi-piano di investimenti lanciato dopo la pandemia per rilanciare la crescita del continente. L'Italia arriva all'appuntamento con gli obiettivi per richiedere la nuova tranche dopo aver incassato il via libera alla revisione del Piano presentata dal governo Una rimodulazione da 13,5 miliardi che non cambia comunque la portata complessiva del maxi-impianto. A stretto giro Roma ha anche avuto l'ok al pagamento dell'ottava rata, confermando quindi di essere in linea con il cronoprogramma e il suo primato rispetto ad altri partner europei. L'attuazione del Piano ha ottenuto anche la promozione della Corte dei conti. «E un'ampia conferma di ciò che abbiamo sempre sostenuto: il cronoprogramma è stato sempre rispettato», spiega il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti. «Spiace per chi ha continuato per mesi a propagandare l'op[1]posto, io ho sempre cercato di tenere la barra dritta. L'impegno è tanto e abbiamo ancora tanta strada da fare, ma abbiamo sempre tenuto ferme le scadenze semestrali e, fino all'ottava rata, tutto è andato secondo i programmi: sono stati raggiunti infatti 366 obiettivi. Corrispondono a erogazioni che entro il 31 dicembre saranno quantificabili in 153 miliardi di euro. Dopodiché abbiamo ancora una nona e una decima rata».
Che tempi prevedete? «Nei prossimi giorni contiamo di presentare la richiesta di riconoscimento dei 50 obiettivi della nona rata e, se la Commissione - come penso avverrà - sancirà il loro raggiungimento, entro giugno del prossimo anno ci sarà il pagamento di altri 12,8 miliardi. Poi ci sarà un'ultima rata con un numero di obiettivi importante. Sono 159 e contiamo di raggiungerli entro giugno-agosto e il valore della rata supera i 28 miliardi di euro».
Siete fiduciosi sulla prossima rata. Il nuovo decreto Pnrr in lavorazione servirà a centrare questi obiettivi? «Puntiamo essenzialmente a una semplificazione della normativa. Il provvedimento conterrà inoltre una serie di misure di settore richieste dai vari ministeri e utili a rimuovere gli ostacoli di natura burocratica che posso[1]no determinare rallentamenti».
Quindi anche un modo per completare nei tempi previsti i 159 obiettivi del prossimo anno? «Si tratta di facilitare la rendicontazione di circa 540mila progetti, dei quali 350mila sono già stati attuati e 30mila sono in fase di attuazione. Ci sono poi altri 120mila progetti in corso, più complessi, che necessitano di un alleggerimento burocratico, ovviamente compatibilmente con quelle che sono le linee della Commissione europea».
C'è un dato interessante della relazione della Corte dei conti sul Pnrr. Al Sud i lavori procedono a un ritmo più spedito che al Nord, merito anche dei procedimenti previsti proprio dal Pnrr. Ritiene che queste semplificazioni possano essere estese anche una volta finito il Piano, diventando un motore dei futuri investimenti? «Può essere un'ipotesi da seguire. Il Pnrr, ovviamente, ha una sua struttura speciale che deriva anche dal contesto in cui il Piano è nato, durante la pandemia, per rilanciare il sistema produttivo ed economico a livello nazionale. Dopodiché penso di poter dire che semplificazione e digitalizzazione, soprattutto della pubblica amministrazione, sono un elemento non solo di grande favore peri cittadini, ma soprattutto fattori di attrattività per gli imprenditori italiani e per gli investitori esteri che guardano al nostro Paese».
Proprio il Pnrr ha contribuito a favorire queste riforme. «Basti citarne una, mi riferisco al termine entro il quale le pubbliche amministrazioni e le aziende sanitarie, rispettivamente 30 e 60 giorni, devono pagare i fornitori. Un obiettivo eccezionale se pensiamo ai tempi biblici del passato».
Nel decreto in lavorazione entrerà anche la governane dei fondi sull'idrico, gli studentati, la connettività e l'agrisolare, che permetteranno di far vivere una parte delle risorse anche dopo la scadenza di agosto 2026? Come funzioneranno? «Lo schema prevede che siano soggetti terzi a gestire questi fondi. I finanziamenti saranno erogati a progetti di enti e società di natura privatistica. Anche in questo caso cerchiamo di rendere il più possibile facile la possibilità di realizzare queste infrastrutture. Ci muoveremo in tempi brevi perché, se è vero che i destinatari dei fondi hanno la possibilità di sforare la data del 30 agosto 2026 per attuare gli interventi, gli impegni vanno sottoscritti prima».
Una volta operativi, entro quanto tempo andranno spese le risorse? «In media si tratta di uno spazio temporale di tre anni».
Uno dei temi di cui spesso si discute quando si parla di Pnrr è: a che punto è la spesa? A quanto siamo arrivati? Quali sono le ultime indicazioni? «Sulla piattaforma Regis, al mese di ottobre, sono stati certificati 92,5 miliardi di euro. Ritengo che, con molta probabilità, dovremmo chiudere l'anno a oltre 100 miliardi di euro. Si tratta ovviamente di previsioni: i dati saranno disponibili soltanto a fine gennaio. Ma le previsioni si basano sull’andamento progressivo registrato in passato, che tradizionalmente vede picchi nei mesi di novembre e dicembre».
